Fira, Oia, la caldera. Più che i villaggi, per bellissimi che siano, la cosa impressionante è il vulcano.
Una unica isola un tempo, poi la catastrofe. Un’esplosione che è difficile immaginare, con frammenti sparsi per chilometri. E nubi di polvere per tutto il Mediterraneo. E forse la caduta della civiltà minoica a Creta e in tutto l‘Egeo. E la leggenda: forse era Atlantide ad esistere qui, prima dello sconvolgimento della natura.
Tutto questo alimenta una energia nel luogo che è difficile da evitare. Le case sono costruite sul ciglio e nella discesa della caldera, in un labirinto che attira turisti da tutto il mondo.
Oia è famosa per i suoi tramonti, e scatena una specie di guerra di appostamento, con persone che vengono apposta da Fira, sull’altro lato dell’isola, per mettersi in coda nei vicoli che affacciano a ponente. Oltre le 19 non c’è più posto, e ti devi accontentare di un cantuccio libero.
Prima del tramonto c’è la risalita dal piccolo porto di Ammoudi, subito sotto Oia, dove le taverne attirano i turisti dopo un bagno lì dietro, vicino all’isolotto di roccia. Fatta a piedi è una sudata assicurata, accresciuta dall’odore persistente dei “risultati” della salita dei poveri asini, raggruppati sotto al porto per far salire i turisti stanchi o pigri. Il tragitto tortuoso su una strada pedonale di pietra con tornanti continui copre il dislivello di 100 o più metri …
Passeggiando nelle strade di giorno vedi cani sdraiati all’ombra per sfuggire alle frustate del sole, il cibo lo hanno assicurato in grosse scatole sparse nella città, presumibilmente fornito dal comune.
Sembrano messi in luoghi prestabiliti, ma forse è solo la loro abitudine a farti trovare lo stesso cane nello stesso posto il giorno dopo, morto di caldo come il giorno precedente…
Gli altri animali tipici delle isole greche, i gatti, sono disperati nel miagolare quando ti si mettono vicino durante la cena, oppure accorti la mattina presto o di notte quando scorrazzano sui tetti delle case.
Casa qui ad Oia, Santorini, è Markos Room, un posto particolare. Una vecchia casa riadattata a stanze tenuta da una coppia. La signora ci ha accolto con una gentilezza notevole, ed è iniziato bene il soggiorno di due notti qui, in un’atmosfera di vecchia famiglia ottocentesca, con le foto alle pareti e tovaglie di merletto sui tavolini della casa.
Il pavimento dei corridoi è rivestito di tavole di legno sconnesse e torte, che cigolano al passaggio. Nella nostra stanza invece il pavimento “non c’è”, nel senso che è un battuto di cemento.
La cosa bellissima è proprio la stanza dalle mille porte. Una collega con il corridoio, chiudibile dall’interno, una, quella vera, affaccia con l’esterno, il cortile interno della casa. La porta magica è però la terza (a parte quella del bagno): affaccia sull’altro lato della casa, orientato circa a nord e convoglia quindi il vento in pressione con la porta di ingresso, o la piccola finestra che la affianca. Il risultato è una brezza fresca da fare invidia ad un condizionatore. A volte bisogna chiuderla perché fa freddo…
Nella brezza della mattina presto sul terrazzo di casa si scorgono le isole di Sikinos e forse Folegandros, e la signora è già in attività per la colazione: con i suoi capelli sciolti sembra un incrocio fra una distinta nobile e una bella ragazza hippy degli anni ‘60, con la sua grazia e libertà. Voglio credere a quest’ultima ipotesi e tenere con me un sogno in più oltre al bel ricordo umano del breve soggiorno ad Oia, Santorini, Cicladi, Grecia.
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